CHIUSO PER TERREMOTO del 30 Ottobre 2016
L’originaria chiesa di S. Agostino, edificata sul cosiddetto “Oratorio di S. Giorgio” fu intitolata a San Nicola da Tolentino, per la presenza delle spoglie questo santo, famoso taumaturgo nato a Sant’Angelo in Pontano nel 1245 e morto a Tolentino nel 1305 e ricordato per la sua umiltà, la sua bontà ed i suoi innumerevoli miracoli, ancora oggi venerato in tutto il mondo. Dalla facciata rivestita in pietra d’Istria emerge il portale in cui la preziosità del gotico fiorito si fonde con gli effetti spaziali del primo Rinascimento. Costruito tra il 1432 ed il 1435 su commissione del condottiero e capitano di ventura Nicolò Mauruzi detto “Il Tolentino”, è opera dello scultore fiorentino Nanni di Bartolo detto il Rosso. Pregevole il gruppo di statue che sovrasta l’ingresso principale con S. Giorgio che uccide il drago e la Vergine con il Bambini tra Sant’Agostino e San Nicola. Il nuovo portone in bronzo è stato realizzato in occasione del VII Centenario della Morte di san Nicola, nel 2005 da Padre Stefano Pigini da Castelfidardo. La Basilica presenta una sola navata, con soffitto a cassettoni in legno dorato risalente alla prima metà del XVII sec. Nella prima cappella laterale, a destra del portone, da segnalare la “Visione di Sant’Anna” del Guercino, del 1640. Nelle cappelle, tra le opere più importanti, meritano attenzione la tela di San Tommaso da Villanova attribuita a Giuseppe Ghezzi e la Natività opera di Domenico Malpiedi. Pregevole la Cappella del sacramento opera del pittore tolentinate Francesco Ferranti.
Molto ricca e suggestiva la Cappella delle Sante Braccia che conserva diversi oggetti appartenuti a San Nicola e reliquari. Il corpo del Santo è conservato nella cripta.
Il Cappellone – L’elemento di maggior valore artistico nel complesso della Basilica di S. Nicola è certamente il cosiddetto “Cappellone”, forse in origine Sala Capitolare, che presenta uno dei cicli di affreschi tra i più belli e ricchi di colore d’Italia della prima metà del XIV sec. ed attribuito a Pietro da Rimini, illustre esponente della scuola giottesco-riminese. Sulle vele della volta sono rappresentati i quattro Evangelisti ed i quattro Dottori della Chiesa. Nei lunettoni compaiono scene della vita della Vergine. Nella fascia mediana sono descritti episodi della vita di Cristo, mentre in quella inferiore compaiono momenti della vita di S. Nicola e la raffigurazione di alcuni suoi miracoli. Al centro del “Cappellone” si innalza una pregevole statua in pietra policroma sostenuta da un’arca in marmo sotto la quale era stato sepolto il corpo di S. Nicola. Recenti studi attribuiscono le due opere, risalenti alla seconda metà del ‘400, allo scultore fiorentino Niccolò di Giovanni. Questa straordinaria opera d’arte, conquista ancora oggi per la sua omogeneità stilistica e compositiva. Colpisce per la ricchezza dei colori, per le figure, per la precisione del racconto di ogni singola scena dipinta, per l’attenta descrizione di ambienti, costumi, comportamenti e per le emozioni intense rivelate dai volti.
Il Chiostro – Il monumentale chiostro trecentesco, viene attribuito all’opera della locale corporazione di mastri carpentieri, falegnami e scalpellini. Il portico è caratterizzato da arcate sorrette da colonne i cui capitelli sono decorati con motivi vegetali, ad eccezione di quello angolare che presenta figure umane che la tradizione vuole siano i ritratti dei committenti. Le colonne sono costruite in cotto e differiscono tra loro per la forma, essendo alcune lobate, altre cilindriche, altre ancora poliedriche. Raffinato ed elegante, nel lato sud del chiostro stesso è il portale in cotto che immetteva nell’antico refettorio. Tre ali del chiostro sono integralmente conservate, la quarta invece, parallela alla chiesa, fu arretrata nei primi anni del secolo XVII per dare spazio alle cinque cappelle costruite all’interno del lato destro della Basilica. Nell’angolo verso il Cappellone ancora oggi troviamo un pozzo fatto costruire da San Nicola e sempre sullo stesso lato, ma in fondo è visibile l’Oratorio di San Nicola dove il santo ha vissuto per trenta anni e dove morì.